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Statuto
Scarica lo statuto della Società - aggiornato al 26/10/2017

Acquedotto del Nera spa
Consiglio di amministrazione - eletto con delibera dell' assemblea dei soci del 17/07/2020 

Marco Blunno
Presidente

Paolo Giacomucci
Vice Presidente

 

Corrado Canalini
Presidente Collegio Sindacale

Stefano Quarchioni
Sindaco

Franco Errico
Sindaco



 

 

All'inizio degli anni Settanta, numerosi Comuni delle Province di Macerata ed Ancona si consorziarono per la realizzazione di un acquedotto in grado di far fronte alle esigenze idriche della popolazione.
La Funzione del Consorzio era quella di provvedere alla costruzione, manutenzione ed esercizio delle opere necessarie all'approvvigionamento idrico da parte dei Comuni soci, attraverso la captazione e il prelevamento dell'acqua dalle sorgenti del Nera e da altre sorgenti, delle opere relative all'acquedotto esterno (dalle opere di presa sino ai serbatoi di compenso compresi); poteva altresì provvedere alla gestione del servizio di distribuzione dell'acqua potabile all'utenza dei singoli Comuni soci e ,conseguentemente, alla costruzione, ampliamento e manutenzione delle reti interne di distribuzione dell'acqua potabile.

Dal 1981 il Consorzio, principalmente con l'utilizzo di Fondi FIO, ha eseguito lavori di captazione, esecuzione di gallerie di servizio, posa in opera di tubazioni e condotte, lavori di completamento e sistemazione dei pozzetti.

La sorgente Molini è ubicata lungo la sponda destra orografica dell'asta del fiume Nera, tra il comune di Castelsantangelo sul Nera e la frazione di Vallinfante, in corrispondenza della confluenza con il Fosso San Chiodo. E' una tipica sorgente di emergenza, il cui acquifero è costituito da una formazione permeabile di calcare massiccio, fortemente fratturato e interstratificato dalla presenza di significativi fenomeni di dissoluzione. La soglia geologica della sorgente Molini si trova alla quota di circa 720 metri s.l.m., al di sotto della coltre alluvionale del Fosso San Chiodo spessa circa 20 metri, ed ha origine dal contatto tra lo strato impermeabile di corniola e quello di calcare massiccio fratturato.

Il bacino idrografico sotteso alla sorgente Molini ha un estensione di circa 30 km quadrati ed è delimitato in quota, partendo da nord in senso orario, dal monte Bove sud, passo Cattivo, monte Porche (quota massima del bacino a metri 2233 s.l.m.), monte della Prata, colle Infante e monte Spina di Gualdo. Il bacino è coperto prevalentemente da vegetazione arbustiva ed arborea fino alla quota di circa 1800 metri s.l.m. oltre la quale troviamo solo coperture a prato; ampie zone del bacino sono occupate da accumuli detritici o depositi morenici.

Negli anni Settanta sono iniziati gli studi sulla sorgente Molini, condotti dalla Società Idrotecneco di San Lorenzo in Campo (Pu), allo scopo di studiare le potenzialità dell'acquifero ai fini della sua captazione per uso idropotabile.

Lo studio ha evidenziato un regime di portata della sorgente Molini molto costante, mediamente stimato in circa 1050 litri al secondo( si tenga presente che tale valore non tiene conto della cospicua corrente di subalveo che scorre sul materasso alluvionale del fiume Nera, dello spessore medio di circa 20 metri).

Lo studio dell'acquifero della sorgente Molini continua tutt'oggi, ed è stato integrato con il monitoraggio costante delle portate del fiume Nera su tre sezioni significative dell'asta fluviale, la prima a Castelsantangelo sul Nera a monte della confluenza con il Fosso Rapegna, la seconda in località Ponte Tavola lungo la strada provinciale Visso-Castelsantangelo, la terza a Visso a monte della confluenza con il torrente Ussita. E' significativo evidenziare come la portata alla sezione di Castelsantangelo sul Nera si elevi, per effetto delle sorgenti lineari presenti lungo la valle che collega Visso a Castelsantangelo, oltre i 2000 litri al secondo di portata media annua, in corrispondenza della sezione di misura di Visso.I criteri delineati nello studio per la captazione (condotto dalla Idrotecneco) hanno quindi portato alla realizzazione dell'opera di presa, costituita da una serie di gallerie drenanti, con ingresso a quota 756 metri s.l.m.

Dalla sorgente le opere eseguite (per un importo di 22 milioni di euro) arrivano fino alla località Caccamo- Pievefavera nel comune di Caldarola, per una lunghezza di circa 40 chilometri.Il Consorzio, nel frattempo, ha realizzato un tratto della condotta lungo la valle del Musone, da località Passatempo nel comune di Osimo sino al serbatoio Soprani nel comune di Numana, per un importo di circa cinque miliardi di lire.

Nel 2002, dopo un lungo periodo di stasi in assenza di finanziamenti specifici, erano fermi progettazioni e lavori.A seguito di un continuo e pressante lavoro di sensibilizzazione sulla necessità di completare l'acquedotto, da parte del presidente e dei consiglieri presso i Comuni soci,vennero reperiti buona parte dei finanziamenti (ca 7 milioni di euro) per realizzare il progetto fino alla Bura, stipulando per la parte mancante, pari a 4 milioni di euro,un mutuo con la banca ordinaria. E' in questo periodo che fu dato un notevole crescente impulso all'attività del Consorzio, nel senso che riprese la progettazione e la realizzazione del primo lotto funzionale per un ulteriore tratto di venti chilometri fino a Tolentino, ma fu progettato, a livello di preliminare, il completamento dell'intero acquedotto che si snoda lungo le linee del Chienti, del Potenza e del Musone. In tal modo, per la prima volta venne enucleato concretamente a livello progettuale uno schema idrico significativo nella nostra Regione (ca 226km).

Il 30 giugno 2003 è stata deliberata la trasformazione del Consorzio Acquedotto del Nera in società per azioni, per obbligo di legge, denominata "Società per l'Acquedotto del Nera spa" con capitale sociale di 100.000 euro. La Società conserva tutti i diretti e gli obblighi facenti capo al Consorzio e subentra, pertanto, in tutti i rapporti attivi e passivi del Consorzio stesso. Il 30 maggio 2007, l'Assemblea straordinaria ha deliberato l'aumento del capitale sociale a 15 milioni di euro.